“Ad appena un mese dalla divulgazione di fuorionda che vedevano il conduttore televisivo, giornalista e autore Andrea Giambruno utilizzare un linguaggio sessista verso le proprie colleghe, assistiamo al violento dietro le quinte che vede Michele Guardì come protagonista” prosegue la presidente di Arcigay Roma Rachele Giuliano: “omotransfobia e misogina trovano tutt’oggi spazio negli ambienti lavorativi: una denuncia che impiega tanto tempo ad arrivare mette chiaramente in luce gli effetti che mobbing e sessismo hanno sulle persone.
Le minacce che sentiamo alla fine del servizio sono un esempio per tutte e tutti noi della paura e della difficoltà che spesso portano a scegliere il silenzio. È per questo che noi con in collaborazione con Gay Help Line offriamo supporto alla persona coinvolta e a chiunque si trovi in simili situazioni”.
“Il linguaggio d’odio si basa su una cultura sessista, misogina e omotransfobica che non dovrebbe essere tollerata in nessun luogo” aggiunge Alessandra Rossi, coordinatrice di Gay Help Line 800 713 713, numero verde contro l’omotransfobia. “Preoccupa il fatto che venga consentito a chi ricopre ruoli di responsabilità, anche culturale e sociale, forse proprio in ragione di una posizione di potere. Preoccupa per gli effetti prevaricatori e intimidatori sulle persone nell’ambiente di lavoro, per il fatto che questi comportamenti siano stati agiti legittimando una minorazione e sessualizzazione delle donne, ma anche una stigmatizzazione delle persone omosessuali.
Come Gay Help Line, servizio di supporto per vittime di omolesbobitransfobia, riteniamo essenziale un intervento sanzionatorio di questi comportamenti, che affermi il principio del rispetto delle identità sul posto di lavoro, perché il linguaggio d’odio non sia alla base di un escalation che troppo compromette la tutela dalle discriminazione e dalla violenza.”