Polvere di Giò – 10 maggio al teatro Flavio

Polvere di Giò – 10 maggio al teatro Flavio

Polvere di Giò
Storia di Giò Stajano, prima donna trans in Italia: una spolverata di noi dagli anni ’30 ad oggi.

🗓️ 10 maggio 2024 – ore 20.30

📍 Teatro Flavio – Via Giovanni Mario Crescimbeni, 19 – Roma

➡️ Ingresso gratuito su prenotazione cliccando qui

con Sebastian Gimelli Morosini
ideato e diretto da Francesca Stajano Sasson
con la consulenza di Willy Vaira
e con Giuseppe Amelio, Roberta Bobbi, Antonio Corazza, Isabella Deiana, Nino Mallia, Francesca Stajano Sasson

Sinossi dello spettacolo
Lo spettacolo ripercorre le tappe fondamentali della vita di Giò Stajano che nasce come uomo, Gioacchino, nel 1931 a Gallipoli (Lecce), da Fanny Starace , figlia del gerarca fascista Achille Starace, e dal Conte Riccardo Stajano Briganti di Panico.

È l’ unico bambino che può dire di aver fatto la pipì addosso al Duce!
Trascorre l’ infanzia tra Sannicola e Gallipoli per poi frequentare il Collegio dei Gesuiti a Frascati, dimostrando grandi doti intellettuali.

Si trasferisce a Roma, dove esercita la carriera di pittore, giornalista, attore e scrittore.

Qui frequenta l’alta società romana divenendo amico dell’artista Novella Parigini, nel cui rinomato salotto incontrerà esponenti della cultura dell’ epoca come Moravia, Pasolini, Guttuso, Dalì , Rock Hudson, Tyrone Power ,Linda Christian ed Errol Flynn e moltissimi altri.

Viene scritturato per una parte nel film La Dolce Vita di Federico Fellini , a cui seguiranno altri ruoli, con importanti registi.

Nel 1983 Giò decide di essere donna, sottoponendosi a un’operazione a Casablanca.

Come Maria Gioacchina partecipa ad un fotoromanzo pornografico con Gabriel Pontello e per alcuni anni frequenta il mondo della prostituzione.

Nell’ultima parte della sua esistenza, decide di avvicinarsi alla religione cattolica: diventa suora laica prendendo i voti a Vische (TO) nel Convento delle monache di Betania del Sacro Cuore.

Nel 2011, in seguito a problemi causati dall’operazione per la riattribuzione di sesso ancora in fase sperimentale, lascerà questa terra.

Una spolverata di noi: il commento di Gay Center

La vita di Giò è un romanzo di formazione costruito sui valori della queerness: libertà, autodeterminazione e ironica decostruzione.

Giò é tutto ed è tuttə noi: le gabbie normative di genere, la diffidenza del pregiudizio sessuale, le forme della violenza omotransfobica sono storia sua e storia nostra, di comunità “diversa” ieri come oggi.

Omosessuale nell’Italia virile del ventennio… troppo poco maschio anche per l’elite “capovolta” degli uomini al potere.

Donna, prima donna…qualsiasi cosa questo significhi. Finanche l’essere scorrettamente autodeterminata nel gestire il proprio corpo quando il femminile arriva a costarle ogni residuo riconoscimento sociale.

Sul finire devota, con scandaloso esibizionismo e con estrema serietà. Nel voler mostrare che le regole del potere, pur divino, sono nostra costruzione. Ipocrite e fragili di fronte all’esercizio autentico della propria libera umanità.

 

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