Turano (Gay Center): Lamorgese superi Salvini e riconosca famiglie arcobaleno con nuova circolare, dopo sentenza UE

Ieri attraverso un CS la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha diffuso una nuova sentenza che obbliga un paese membro (Bulgaria) ad emettere il documento d’identità per un minore figlio di una coppia omogenitoriale, riconoscendo così la genitorialità di entrambe le madri sul documento sebbene in quel paese non esistano norme che riconoscono le famiglie arcobaleno. Questo sulla sola base dell’atto di nascita spagnolo (qui vive la famiglia), senza necessità di documenti equivalenti emessi dalla Bulgaria (dove non esisterebbe la possibilità).

“Seppur la giurisprudenza “non fa le leggi”, questa sentenza determina un precedente sostanziale in Europa e stabilisce un principio chiarissimo al quale qualsiasi cittadinə della comunità europea potrà appellarsi per far valere il proprio diritto di essere riconosciutə come genitorə, figliə, famiglia” Scrive in una nota Pietro Turano, portavoce di Gay Center, prima di appellarsi alla Ministra dell’Interno Lamorgese.

“Nel Gennaio 2021 la Ministra dell’Interno Lamorgese ha dichiarato in via di superamento la modifica voluta da Salvini nel 2019 in base alla quale sulle carte d’identità delle persone minori possono comparire solo le diciture “padre” e “madre” anziché “genitore”. Per procedere si aspettava il parere del Garante della Privacy, ma ad oggi non si sa più nulla, forse perché i pareri richiesti erano pretestuosi e non necessari”. Continua Turano prima di chiudere con un invito.

“Quella circolare del 2019 risulta quindi superata già da tempo e la sentenza europea ne è ennesima conferma. Pertanto, sulla scia del principio stabilito dalla Corte europea, chiediamo alla Ministra Lamorgese di annullare definitivamente gli effetti della circolare del 2019 e di emanarne una nuova, rivolta a tutte le pubbliche amministrazioni, che regoli l’effettivo riconoscimento dei figli e delle figlie italiane di coppie omogenitoriali.” Conclude il portavoce di Gay Center.

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