L’esito della votazione di oggi in Senato sulla legge contro l’omotransfobia ci lascia nello sconforto ma conferma i timori che in questi mesi abbiamo espresso quando denunciavamo i giochi politici e gli accordi che venivano fatti sulle nostre vite. A partire dalle mediazioni sul testo di legge originario avallate e volute dalle stesse forze di maggioranza come la scelta di iniziare il percorso parlamentare dalla camera anziché dal Senato. Oggi le responsabilità di questo fallimento sono da intestare ad un’intera classe politica che non ha voluto o saputo ascoltare i bisogni di tanti cittadini e cittadine, dalle forze politiche di destra evidentemente omotransfobiche e sovraniste a tutte le forze di centro sinistra che non hanno saputo difendere e consegnare al paese un risultato fondamentale di civiltà, per cui lottiamo da 25 anni. Non ci interessa trovare capri espiatori e colpevoli, ma dire a gran voce che oggi il nostro paese, la repubblica italiana, ha scelto di rifiutare una legge contro i crimini d’odio per l’orientamento sessuale e l’identità di genere schierandosi a tutti gli effetti con quel pezzo di Europa oscurantista. In Italia da oggi viene lasciato libero esercizio all’omotransfobia, alla misoginia, all’abilismo grazie ad una politica che viene meno al suo compito di rappresentare e tutelare il paese dall’esercizio della discriminazione.
Oggi le destre sovraniste gioiscono in aula come tifoserie al pensiero che tante persone potranno continuare ad essere attaccate per la loro identità. Oggi Pd , M5S, IV e LEU che potevano avere la maggioranza nel voto dell’aula, perdono una battaglia che avevano promesso di fare al nostro fianco.
Oggi l’aula del Senato ha sollevato il velo dell’illusione. Con un vigliacco voto segreto diversi voti sono mancati dalle forze di maggioranza. La nostra associazione, che risponde ogni giorno alle richieste di aiuto e di accoglienza delle vittime di omotransfobia, si è sempre schiarato dalla parte dei diritti e di una legge che non fosse solamente simbolica ma dotata di strumenti concreti, e mai dalla parte di singoli partiti o schieramenti che ancora una volta hanno dimostrato di non tutelare i nostri bisogni. Abbiamo presentato alla politica un disegno di legge che offrisse vero sostegno alle vittime, ma consapevoli delle insidie abbiamo fatto in modo che almeno il fondo per le case famiglia da noi proposto trovasse un porto sicuro passando con la legge di bilancio.
Purtroppo quelle paure si sono concretizzate ma il grido che non è stato ascoltato nelle aule risuonerà da subito nelle piazze e sarà incontenibile.
Pietro Turano, portavoce di Gay Center