GAY HELP LINE 21.000 I CONTATTI: IL 53% VITTIMA DI VIOLENZA, DI CUI IL 36% IN FAMIGLIA – 17 MAGGIO GIORNATA MONDIALE CONTRO OMOBITRANSFOBIA – ITALIA AL 36° POSTO IN EUROPA

GAY HELP LINE 21.000 I CONTATTI: IL 53% VITTIMA DI VIOLENZA, DI CUI IL 36% IN FAMIGLIA – 17 MAGGIO GIORNATA MONDIALE CONTRO OMOBITRANSFOBIA – ITALIA AL 36° POSTO IN EUROPA

(Clicca qui per il report di dettaglio)

Il 17 maggio 2024 – nel mondo si celebra la 34° Giornata Internazionale contro l’omobitransfobia, Italia al 36° posto su 48 paesi Europei monitorati, confermati dai dati ricavati dai 21.000 contatti ricevuti nell’ultimo anno su tutto il territorio Nazionale dal servizio Gay Help Line 800 713 713 numero verde contro l’omobitransfobia, e dalla chat Speakly.org. Dall’inizio del servizio Gay Help Line marzo 2006 il servizio ha ricevuto oltre 350.000 contatti.

Ancora dati allarmanti di Gay Help Line 800 713 713 (gayhelpline.it) e della chat Speakly.org relativi all’ultimo anno. Ne emerge infatti che l’omobistransfobia non si arresta e cresce in maniera sostanziale l’impatto sociale negativo della violenza e delle discriminazioni sulle persone LGBT+. Il dato che purtroppo emerge è il 53% di violenze, di cui il 36% subisce violenze in famiglia, in particolare giovani e adolescenti.

Il coming out in famiglia ha determinato una risposta violenta da parte dei parenti nel 32,3% del totale dei casi seguiti in Gay Help Line di cui il 27% delle vittime sono minori dagli 11 ai 18 anni.

La violenza familiare sui minori ha una frequenza elevata (il 26,7% dei casi post coming out) e preoccupa per le sue forme e conseguenze: il rifiuto da parte dei genitori innesca un’escalation che prevede gli insulti, la pressione psicologica e il ricatto agito attraverso la richiesta di “convertirsi” se non si vuole essere cacciati di casa.

Risultano in aumento al 27% gli attacchi a coppie dello stesso sesso in luoghi pubblici come i trasporti, la strada e in particolare i locali di ritrovo della comunità LGBT+

L’ultimo anno è stato poi caratterizzato dal fenomeno delle rapine volente ai danni di ragazzi omosessuali il 5,4% dei casi, in particolare nel territorio del Lazio e dell’Umbria più bande hanno messo a punto un disegno criminoso.

Il 6% dei casi è costituito da adolescenti vittime di bullismo a scuola oppure nello sport, ma anche in attività di socializzazione non formali. Nella metà dei casi il bullismo avviene anche su piattaforme social e web.

In crescita al 4,9% i casi di genitori di minori di età compresa tra i 13 e i 17 interessati a percorsi relativi alla propria identità di genere come persone trans, transgender e non-binary.

I casi di violenze di genere sono avvenuti verso donne nel 30,6% dei casi, persone con espressione di genere maschile nell’8,2%, donne transgender nel 34,7% e persone con espressione di genere femminile nel 16,5%.

Gli spazi pubblici sono stati luogo di minacce, aggressioni e attacchi omolesbobitransfobici nel 12,4% dei casi, di cui il 34,2% di questi, la violenza si è espressa sul web.

Il 32,6% dei casi sono state vittima di discriminazione, di cui il 64% di queste in ambito lavorativo ed il 23,6% in quello sanitario.

Il 40,4% dei casi seguiti, è relativo al supporto per richieste dei accoglienza di persone LGBT+, in fuga da situazioni di violenza familiare di cui il 70,4% delle richieste proviene da  utenti tra i 15 e i 26 anni,

Su circa 400 casi di giovani LGBT+ cacciati di casa solo il 10% riesce e trovare ospitalità nelle case famiglia protette come Refuge LGBT+ e Refuge T* –A casa di Ornella, le nostre strutture, che accolgono le persone LGBT+ e le supportano perché riescano a superare il trauma subito e a raggiungere la propria autonomia attraverso la formazione e la ricerca del lavoro.

Un dato che risulta costante nel tempo è la difficolta delle vittime a denunciare: il fenomeno dell’underreporting (mancata denuncia) incide in maniera preoccupante sul riconoscimento dell’entità delle discriminazioni e delle violenze.

In questo periodo di forte pressione sociale, sono ancora più urgenti misure legislative a supporto delle persone LGBT+, ancora prive di tutele contro la discriminazione, l’odio e la violenza.

I servizi di Gay Help Line, Refuge LGBT+ , Refuge T* –A Casa di Ornella, hanno avuto il sostegno di UNAR- Presidenza del Consiglio, Regione Lazio, Comune di Roma, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e Chiesa Valdese, ed inoltre per il secondo anno il servizio sarà sostenuto da Flying Tiger Copenhagen e sarà visibile in 131 negozi in tutta Italia.

Alessandra Rossi – Coordinatrice Gay Help Line

Torna in alto